Le celebrazioni per i 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli, nel dovuto tributo al grande Maestro, sono occasione per comprendere nella contemporaneità il
valore della sua eredità. Nello spirito di cooperazione interistituzionale promosso
dalla Reggia di Caserta, non poteva mancare la rilettura del nesso tra due regioni
particolarmente care al grande architetto: Marche e Campania.
Nelle Marche egli ottiene le sue prime commissioni attraverso le committenze
religiose, in Campania egli conclude il suo percorso professionale grazie anche
al prestigioso riconoscimento ottenuto alla corte di Carlo di Borbone. Ma ancor
più significativi sono i luoghi: Ancona e Caserta. In entrambi i casi egli disegna
il paesaggio con opere di indiscussa valenza ingegneristica oltre che architettonica. Ad Ancona, a partire dal 1732, con la fabbrica del Lazzaretto, la realizzazione
del Braccio Nuovo del porto, la straordinaria inquadratura dell’arco clementino
sulla città greco-romana attraverso il monumentale arco Traianeo, Vanvitelli, riconoscendo le stratificazioni storiche, plasma un moderno rapporto città-porto. A
Caserta, nel 1751, con il sistema di asse-piazza- palazzo-parco-bosco- acquedotto,
egli realizza il fulcro di ciò che doveva essere una città di fondazione. Il maestro
produce così straordinari paesaggi culturali, che segnano nel tempo i territori e le
comunità che vi abitano.
Oggi la Mole e la Reggia accolgono due importanti musei: il Museo Tattile Statale Omero e il Museo…