Indagando il pensiero e l’azione di Errico Malatesta si entra in contrasto con lo stereotipo dell’anarchismo come sogno di perfezione per restituirgli pragmatismo e concretezza. Per Malatesta non è tanto il fine ultimo a differenziare i movimenti politici, quanto il loro metodo e il metodo anarchico è il metodo della libertà, per il quale il bene comune non può scaturire dall’imposizione di uno Stato moralizzatore ma da una pluralità di esperimenti sociali che abbiano come principio informatore la reciproca solidarietà. La storia del movimento anarchico è stata spesso interpretata in base a una generica benevolenza o a condanne senz’appello; qui l’intento è proporre un piano interpretativo che prenda le mosse dalla ragionevolezza della proposta anarchica, ascoltandone gli intenti, gli atti e le elaborazioni, il piano dell’azione pratica e quello della dimensione speculativa. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono le relazioni e le reti transnazionali, ma anche le informalità, così come le opacità.