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Dante per immagini in Basilicata : e altri soggetti iconografici

di Villani, Sebastiano
Alessandria: Edizioni dell'Orso, 2025
ISBN: 9788836135530
Collana: Filologia e letteratura italiana. Studi e testi; 17

50,00 

Dante per immagini in Basilicata : e altri soggetti iconografici

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Uno sguardo alla critica dantesca di Rocco Montano e al suo tracciabile influsso sulla più pensosa e auto-riflessiva illustrazione contemporanea del poema, fino a configurare un nuovo e promettente viaggio alla ricerca del Dante visualizzato. In un gioco a cerchi concentrici che, partendo dal paese lucano di Montano – Stigliano – coi suoi murales e la sua Assunta ispirata alla Beatrice di Doré per Purg. XXX, si allarga senz’altro ai borghi vicini. Pietrapertosa, in primis, col suo Caronte in tutto michelangiolesco e i chiari riferimenti all’ascesa purgatoriale del suo Giudizio universale (databile fra il 1541 e il 1553). Ma, poi, per esempio, anche a San Martino d’Agri, con la sua citazione, almeno involontaria, di Par. XI e XII, nell’incontro in sogno fra san Domenico e san Francesco affrescatovi nel chiostro francescano primo-settecentesco. E naturalmente anche Moliterno e Orsoleo, con il loro San Bartolomeo scorticato come fosse un Marsia cristiano, già così proposto dal Michelangelo lettore di Par. I, 19-21. E, infine, Palazzo San Gervasio col suo exemplum di umiltà del solimenesco Felice Fischetti, e poi Tricarico, col suo San Giuseppe, anch’esso michelangiolesco, della Fuga in Egitto manierista nella chiesa del Carmine, sicuramente cooptabile fra gli antenati del Dante penseur di Rodin (1880). Un viaggio, quello proposto in questo volume, che di necessità incrocia altre grandi narrazioni: dal Paradiso perduto miltoniano – con la sua acclarata fonte lucana, l’Adamo caduto di Serafino da Salandra – fino ai Promessi sposi e alla loro inattesa ricezione in due tele di soggetto manzoniano, sin dall’origine (1860 ca.) esposte nel palazzo Materi di Grassano. Insomma una sorta di grand tour, su una pur modesta scala regionale, non avaro di ulteriori sorprese come quella del cimitero di Gorgoglione – dismesso nel 1978 – sicuramente pensabile come una sorta di Spoon River lucana, se, con Pavese, l’Antologia di E. L. Masters può davvero leggersi come una piccola “divina commedia”. Che ritroviamo al centro di una delle esperienze didattiche pure raccontate in questo volume, dove ugualmente ritornano in primo piano le immagini, per la loro suscettibilità di dialogare reciprocamente, fuori dai tradizionali confini tra epoche, cultura alta e bassa e bello e brutto.

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