Una volta sconfitta e rasa al suolo l’arcinemica Cartagine, Roma si stava espandendo in tutto il mar Mediterraneo, mare che sarebbe poi diventato un lago romano. Proprio in quel momento una grave e inaspettata minaccia si palesò ai confini della Repubblica. Oltre i passi alpini popoli nordici, giunti dalla lontana penisola dello Jutland in Danimarca, erano infatti intenti a una massiccia migrazione armata che andrà a sconvolgere gli equilibri etnici e politici dell’Europa centrale, a quei tempi abitata da popolazioni di stirpe celtica. Cimbri e Teutoni furono le principali popolazioni protagoniste di questa epopea che, in poco più di un decennio, devastò e terrorizzò vaste aree dell’Europa di allora. Molto si è discusso da parte degli storici, anche contemporanei agli avvenimenti, circa l’origine di queste popolazioni, se fossero di stirpe germanica o celtica e le loro correlazioni più ancestrali con il territorio dello Jutland, l’antico Chersoneso Cimbrico. Quali furono poi le motivazioni che spinsero questi popoli guerrieri a combattere per mezza Europa e quale fu il loro destino successivamente alla totale sconfitta inflitta loro dalle aquile romane? Quale parentela esiste tra i Cimbri moderni e i loro antichi omonimi protagonisti di queste antiche vicende? A queste domande cerca di rispondere il presente saggio, che ripercorre gli eventi bellici di quel periodo che vide gli eserciti romani trasformarsi sotto la spinta innovativa di Mario, necessaria per reagire alla…