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L’araldica sforzesca tra Pesaro e Milano

di Baffioni Venturi, Luciano
Lecce: Youcanprint, 2021
ISBN: 9791220341462

30,00 

L’araldica sforzesca tra Pesaro e Milano

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L’araldica sforzesca tra Pesaro e Milano

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Il termine araldica deriva da Herold, araldo (nell’antica lingua franca hari-wald significava uomo di fiducia del re). Compito dell’araldo era la custodia e la manutenzione delle armi dei signori. L’araldo nelle sfilate e nei cortei, specialmente durante i tornei e le giostre, doveva identificare le insegne dipinte sugli scudi o ricamate sulle sopravvesti che i cavalieri portavano sulle armature, riconoscere da tali insegne i personaggi – anche se avessero avuto la visiera calata – e annunciarne i nomi, i titoli, le dignità. L’araldica studia ancora oggi – e molti la coltivano – gli stemmi gentilizi, cioè i segni grafici distintivi delle famiglie nobili (ma anche degli alti prelati: vescovi e papi, e delle città (insegne civiche), delle accademie culturali, delle associazioni, ecc.) e le regole che disciplinano la materia. Gli stemmi, detti anche armi o scudi (in relazione al primo scopo dell’araldica che fu essenzialmente “militare” e lo stemma appariva sullo scudo di guerra), sono la rappresentazione grafica con colori e disegni della famiglia nobile, a partire dal capostipite, alle cui insegne si aggiungevano in seguito quelle eventuali dei suoi discendenti e parenti acquisiti con i matrimoni. Questo libro descrive l’araldica di una delle famiglie più note tra Quattrocento e Cinquecento, i Visconti-Sforza, soffermandosi in particolare sulla storia dell’araldica della città di Pesaro, dove si stabilì per settant’anni (dal 1445 al 1513) un ramo degli Sforza, originato…

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