La sorella e il fratello digionesi Jeanne (1855- 1937) e Maurice (1861-1939) Magnin furono infaticabili collezionisti e tra i più assidui frequentatori dell’Hôtel Drouot di Parigi, giungendo ad accumulare quell’enorme quantità di tesori che trova oggi adeguata sistemazione al numero 4 della Rue des Bons Enfants a Digione, antica proprietà di famiglia riadibita dall’inossidabile coppia a Cabinet d’amateur ottocentesco. A distanza di quarant’anni dalle prime ricerche compiute da Arnauld Brejon de Lavergnée (1980), allora conservatore del museo, questo libro rimette mano ai ricordi della coppia digionese e fa il punto degli studi sulle opere di pittura italiana, presentando innumerevoli novità attributive e focalizzando l’importanza di questa eterogenea e affascinante raccolta. Dei circa centocinquanta dipinti di scuola italiana custoditi presso il Musée Magnin, un gruppo consistente ha ormai acquisito una paternità certa tutt’altro che trascurabile visti i nomi di spicco – Alessandro Allori, Giovanni Baglione, Carlo Dolci, Giambattista Tiepolo, solo per citarne alcuni- che incontriamo. Altri di bella qualità e rarità -Annibale Castelli, Sigismondo Coccapani, Mariano Rossi, Claudio Feria, Vincenzo Spisanelli- fanno da cornice all’attuale museo installato dallo stesso Maurice nel 1938.