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Atlas parisien : fortification du XVI siècle aux frontières de la christianité

di Bianchi, Vito
Bari: Adda Editore, 2020
ISBN: 9788867174188

100,00 

Atlas parisien : fortification du XVI siècle aux frontières de la christianité

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Per i viceregni spagnoli di Napoli e di Sicilia, strettamente connessi sul piano politico, economico e strategico con il possesso di Tunisi, erano anni di fermento. L’Italia meridionale e la Goletta vedevano intrecciati i loro destini in quanto estremi baluardi nella resistenza contro le folate turco-barbaresche. Tanto le fortificazioni italiche quanto quelle tunisine erano funzionali, evidentemente, a una medesima strategia di puro contenimento della pressione ottomana, coltivata a Madrid lungi da una politica aggressiva nei confronti della Sublime Porta (visti gli interessi spagnoli per il Mediterraneo occidentale e le nuove rotte transatlantiche). In questa logica, controllare l’avanzata della Mezzaluna in Occidente significava, innanzitutto, fortificare e tenere in efficienza le difese di città e coste… Gradualmente, il paesaggio litoraneo dovette mutare. Le conseguenze – dirette o indirette, comunque concretamente percepibili – della minaccia ottomana produssero fortezze cittadine alternate a decine di torri marittime… Il rosario di torrioni si amalgamava con roccaforti che occupavano spuntoni rocciosi allungati fra i flutti. Durante la seconda metà del XVI secolo, nel viceregno di Napoli, in Sicilia, a Malta e nei presidi maghrebini si delineava in tal modo un fronte terracqueo militarizzato, lungo il quale venivano strategicamente ad essere incastonate le piazzeforti di Pescara, Vieste, Manfredonia, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, …

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