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Tràgos : pensiero e poesia nel tragico

di Novello, Neil
Pasian di Prato: Campanotto, 2014
Curatori: Novello, Neil
ISBN: 9788845614088
Collana: Zetà università

30,00 

Tràgos : pensiero e poesia nel tragico

30,00 

Tràgos : pensiero e poesia nel tragico

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Tràgos. Pensiero e poesia nel tragico nasce da un incontro e da una necessità: il dialogo (o l’incontro) tra i saggisti chiamati a scriverlo e la consapevolezza culturale (o la necessità) di donare il nome per sapere il cosa del tragico. Anzitutto però il tragico nei luoghi del tragico, o una partizione storico-culturale dislocata nella civiltà filosofico-letteraria dell’Occidente: la classicità greca, la premodernità, la modernità, il Novecento primo e il Novecento secondo. Perché Omero, la lirica greca, i Presocratici, la tragedia greca, Platone e Aristotele, il teatro di Shakespeare, Calderón e Racine, il pensiero di Schelling, Nietzsche, Schopenhauer, Kierkegaard ed Hegel, la dorsale teatrale tra Sette e Novecento con Alfieri, Manzoni, Pasolini e Testori, le idee di Leopardi, la filosofia di Michelstaedter, il pensiero teorico di Simmel, Lukács, Benjamin, Szondi, l’esperienza di Primo Levi, l’opera di Pasolini (cineasta) e Debord, la meditazione radicale di Cesarano e le ricognizioni nella poesia e nel romanzo tra Otto e Novecento sono autori e sono opere, sono i modelli di pensiero che di Tràgos. Pensiero e poesia nel tragico fanno un volume pensato per illuminare la complessità dell’orizzonte tragico nella filosofia e nel teatro, nella letteratura, nella poesia e nel cinema. Se il tragico non è la morte, e anzi è dalla morte estinto, gli autori di Tràgos ritraggono la lingua del tragico come presenza nella vita, perché se non nella morte, se non nel morire, il tragico è una cifra del vivere. Non a caso, Georg Simmel elegge il creaturale a totalità della manifestazione tragica, perché in un “destino tragico” – scrive il filosofo berlinese – tutte le “forze distruttrici dirette contro un’entità scaturiscono proprio dagli strati più profondi di questa stessa entità e con la sua distruzione si compie un destino che era innato in essa”. Il tragico è dunque il vitale della vita. Alla sua lingua, il vivere, è donato il nome che decifra la cosa, il nome che dice e la cosa che sa il tragico come essenza della specie umana.

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