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Storie di una città : Stari Bar tra antichità ed epoca moderna attraverso le ricerche archeologiche

Borgo S. Lorenzo (FI): All'Insegna del Giglio, 2013
Curatori: Gelichi, Sauro; Zagarčanin, Mladen
ISBN: 9788878145924
Collana: Serie dell' insegnamento di Archeologia Medievale

50,00 

Storie di una città : Stari Bar tra antichità ed epoca moderna attraverso le ricerche archeologiche

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Storie di una città : Stari Bar tra antichità ed epoca moderna attraverso le ricerche archeologiche

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Questo volume è il quinto della serie dedicata alle ricerche svolte dalla missione congiunta italo-montenegrina sul sito di Stari Bar a partire dal 2004. Come i precedenti, è un volume miscellaneo che accoglie una serie di contributi maturati nel quadro di questo progetto. Gran parte del libro è però dedicata all’edizione di scavo di un edificio molto noto in Stari Bar, il c.d. ‘Palazzo del Doge’. Un edificio che unisce al buon grado di conservazione dei suoi resti il fatto di recare indiscutibili segni di venezianità, rappresentati da quei caratteri tipologico-architettonici di matrice tardo gotica che si svilupparono, nel corso del medioevo, in Venezia; e che da qui trasmigrarono in molti centri della costa dalmata, montenegrina ed albanese. L’accostamento al mondo veneziano si limita però solo a questo (essendo il riferimento al doge del tutto fuori luogo). L’edizione e lo studio di questo monumento, dunque, vanno ad integrare quelle ricerche sui caratteri della Antivari veneziana che hanno rappresentato uno dei temi più qualificanti del nostro approccio al sito (e che trovano qui un ulteriore sviluppo con un lavoro su una serie di graffiti, associabili sempre al momento della dominazione veneziana). Il volume però non contiene solo questo. Mladen Zagarčanin torna sul problema delle fasi iniziali del sito, integrando il quadro delle nostre conoscenze con fondamentali nuovi documenti archeologici. E Riccardo Belcari torna sull’apparato scultoreo alto medievale di Antivari per contestualizzarlo nel quadro culturale, politico e sociale di questi territori. Questo volume non è l’ultimo della serie né rappresenta la sintesi di un lavoro di dieci anni. Tuttavia viene ad integrare, credo degnamente, il puzzle che le nostre ricerche, appunto da più di un decennio, stanno tentando di ricomporre e, in un certo qual modo, lo completa. Il passaggio successivo deve quindi prevedere una riformulazione del progetto archeologico in senso stretto, sia una progettualità che coinvolga il sito nel suo complesso. Un’archeologia svincolata da un progetto chiaro e organico di recupero credo non abbia, a questo punto, molto più senso. Molte sono le persone che ci hanno accompagnato in questo lavoro durante tutti questi anni, che ci hanno creduto e, anche se tra molte difficoltà, non hanno mai mancato di farci sentire il loro supporto e la loro approvazione: dalle Istituzioni che hanno finanziato la ricerca (Ministero degli Affari Esteri, Regione Veneto, Comunità Europea), agli amici che hanno percorso assieme a noi parte del cammino (Mitja Guštin e l’Università di Koper, a cui devo la ‘rivelazione’ del luogo, l’Università di Innsbruck, l’Università di Cambridge) e ai più recenti compagni di viaggio (il Politecnico di Milano, l’Università Kore di Enna e l’Università di Bergamo). Naturalmente il progetto non avrebbe mai avuto luogo senza l’impegno costante del Comune di Bar (attraverso il Centro di Cultura) e della mia Università, che nel 2009 ha firmato un protocollo d’intesa con la comunità locale. Infine un ringraziamento sincero va a tutti i giovani ricercatori italiani e montenegrini che nel tempo si sono succeduti in questo luogo, lasciando ciascuno una parte del loro entusiasmo e della loro competenza. E poi grazie a Sanja Stanisic, perché ha reso facili anche le cose più difficili; e a Mladen Zagarčanin, perché senza la sua presenza tutto quello che è stato fatto non sarebbe stato realizzabile.

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