Il Satyricon di Petronio è, per unanime consenso, una delle opere più originali di tutta la letteratura latina. Molto apprezzata dai critici e dagli scrittori dell’Ottocento e del Novecento, il suo successo non accenna a diminuire nel nostro secolo, in cui continuano a crescere gli studi e le citazioni. Nonostante il naufragio di gran parte dei libri (restano estratti, più o meno ampi, di due degli almeno sedici originali), ci si rende conto che quello che viene chiamato romanzo è uno splendito pastiche in cui confluiscono il mimo, la fabula milesia, i racconti popolari e la satira menippea; da quest’ultima Petronio derivò la mescolanza di prosa e di versi e il ricorso alla parodia, presente in tutta la composizione. I ventiquattro contributi di questo volume sono concentrati su vari aspetti linguistici e letterari dello stile di Petronio, in particolare riguardo all’ampio frammento della cena di Trimalchione, e sugli aspetti realistici delle scene e dei personaggi, che offrono una sensazione di totale immediatezza del racconto, quasi una radiocronaca di vita vissuta. L’autrice studia, da un lato, il procedimento parodico messo in campo da Petronio, attraverso riferimenti all’epica, e, dall’altro, le informazioni che si possono ricavare sugli usi, i costumi, i proverbi e i modi di dire degli strati sociali più bassi della popolazione in età giulio-claudia. I dati testimoniati dal realismo delle descrizioni le permettono infine di contrastare l’ipotesi che la città in cui…