Attraverso una selezione di opere, e con l’aiuto dei preziosi documenti conservati nell’archivio della Fondazione Remo Bianco, il volume indaga alcuni dei cicli espressivi più intensi dell’artista milanese (1922-1988), dalle Impronte e dalle Pagode ai Sacchettini, alle opere tridimensionali fino alle Sculture neve e ai meravigliosi Quadri parlanti, senza dimenticare i Collages e i celebri Tableaux dorés. La sua produzione, caratterizzata da una continua sperimentazione di tecniche e materiali e da un’esuberante creatività, viene riletta attraverso il tema della memoria e dello scorrere del tempo, vera costante della sua riflessione. Il volume accoglie i testi critici di Lorella Giudici ed Elisa Camesaca, e un’intervista a Marina Abramovic, in cui racconta l’amicizia con l’artista, “ricercatore solitario” del Novecento.