Palmula : i datteri nell’antichità : indagine antropologica e archeologica

di Nocca, Giuseppe
Roma: Arbor Sapientiae, 2020
ISBN: 9788831341363
Collana: ArcheoNutrizione; 5

35,00 

Palmula : i datteri nell’antichità : indagine antropologica e archeologica

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Palmula : i datteri nell’antichità : indagine antropologica e archeologica

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Un lungo viaggio nell’antropologia del cibo che percorre, in modo trasversale, anche l’archeologia, la letteratura classica e l’arte, e ci rivela aspetti del tutto inediti sulla palma in quanto tale e sul dattero quale suo frutto. Il dattero era, ed è, un vero e proprio integratore alimentare, poiché privo di proteine e grassi e ricco di molte vitamine, dunque è in grado di dare una vera e propria sterzata energetica oltre ad essere un potente remineralizzante del metabolismo. L’osservazione poi sulle caratteristiche vegetative della palma e sulla longevità delle sue foglie, rispetto ad altre essenze sempreverdi, proiettano nel tempo una condizione atemporale che trova la sua sintesi più perfetta nel concetto di immortalità. L’immortalità affonda la sue radici nella condizione umana della lotta e del superamento della sofferenza che sempre oscilla tra la fatica ed il ristoro, il dolore e la gioia, la lotta e la vittoria, la sconfitta ed il trionfo. La palma allora viene assunta sia come segno di un traguardo terreno raggiunto che come speranza ed augurio di un successo, di una vittoria, ove il futuro è intravisto some sublimazione dell’essere presente. In epoca romana la dolcezza del dattero era così apprezzata da costituire non solo un ingrediente delle ricette aristocratiche, ma anche un diffuso dono per gli auguri di inizio anno; nel dattero la dolcezza si coniuga all’incertezza del futuro nel tentativo di travalicare l’angoscia della quotidiana sofferenza…

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