Nell’attraversamento del giardino edenico Paul Willems si spinge sempre oltre i confini e matura un discorso apocalittico, in cui indica, con dolore e ferocia, il progressivo imbestiarsi dell’uomo contemporaneo, che minaccia la sopravvivenza stessa del pianeta. Ma il pensiero dello scrittore belga è anche indicazione di un percorso metafisico che partendo dalle radici, familiari e sociali, offre poi un varco possibile, una chiave di memoria, che apre tutte le porte, per effrazione o miracolo, verso la luce chiara di un universo panteistico senza peccato. Quasi una discesa agli inferi che è solo preludio alla riscoperta delle Origini, approdo alla contemplazione di un cielo in cui si rivedono le stelle, oltre lo strazio lacerante della traversata. Indice TRACCE DI BIOGRAFIA Radici Un pensiero lungo che danza L’infanzia La biblioteca Il bilinguismo Gli studi Germania romantica e gentile Anni di guerra Come d’autunno sugli alberi Come una rosa è una rosa, una rosa Acque e terre lontane L’impegno e la finzione letteraria La festa e l’addio LETTRES À ROSALBA ROMANZI: TRA REALISMO E SURREALTÀ La seduzione del vento Frammenti paradisiaci Un romanzo fiammingo? La grande polifonia Acqua contro pietra RACCONTI: LA FIORITURA DELLO STRANO Saper leggere e scrivere La cattedrale di brume ed altri racconti Come un vaso di Pandora TEATRO: TRA DISSOLUZIONE LINGUISTICA E FANTASMI BAROCCHI Nella cuna verde di foglie: il Théâtre de Verdure Nel limbo dell’inedito Figure sensibili e sit