In petiis : il sistema della pecia e la produzione del libro universitario nel Medioevo

di Garcia Barraco, Maria Elisa
Roma: Arbor Sapientiae, 2014
ISBN: 9788897805151
Collana: Medievalia; 2

28,00 

In petiis : il sistema della pecia e la produzione del libro universitario nel Medioevo

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In petiis : il sistema della pecia e la produzione del libro universitario nel Medioevo

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La pecia (dal volgarismo “petia”, ovvero “pezza”) è il foglio di pergamena che, ripiegato, costituisce il fascicolo del manoscritto. In origine il termine è legato all’ambito delle concerie ed è il pezzo più grande che si possa ottenere da una pelle, preparata in vista della scrittura, una volta eliminate le parti inutilizzabili. Nell’industria del libro medievale la pecia, come l’attuale foglio di stampa, rappresenta l’unità di misura redazionale per eseguire il lavoro di copiatura attraverso una serie di regole che impongono la strutturazione omologata dello specchio di scrittura con suddivisione del testo su due colonne e con spazi deputati ad accogliere glosse o additiones. Il sistema della pecia si attiva nel XIII secolo ed è la risposta commerciale del mercato librario medievale alle esigenze legate alla nascita delle Università. È un sistema fortemente strutturato poiché gli Statuti universitari ne fissano in modo normativo le procedure e le fasi di produzione. L’Università s’impegna a garantire, attraverso una commissione interna di petiarii, a sua volta regolata da norme statuarie, l’autorialità e la correttezza del testo da mettere in circolazione. L’originale dell’autore, l’apografo, viene affidato ad exemplatores, che possono essere stationarii o semplici copisti di fiducia dello Studim, per la trascrizione di un antigrafo che rispetti le regole redazionali della suddivisione in pecie. Dal momento che gli errori sono da sempre connaturati all’atto della copiatura

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