Prosegue la ricerca del pittore sull’enigma del tempo che pone l’accento sulla fragilità dell’esistenza. Tra le minacce che ne minano l’equilibrio oltre alla costante dell’oblio e alla maligna natura umana c’è lo scorrere inesorabile del tempo che nella sua corsa inafferrabile non lascia alcuna speranza alla possibilità di afferrarlo. Gli anni trascorsi non ci regalano un tempo afferrato, al contrario, mostrano il suo passaggio in un batter di ciglia. La consapevolezza dell’Artista che l’uomo non abbia alcuna capacità di “prendere il tempo” non esclude il sogno e l’illusione. Così l’Artista individua nell’infanzia un’età felice, priva di tempo, il bambino in questa fase non percepisce ancora il suo trascorrere in quanto vive in un perenne presente. I cicli dell’esistenza umana portano, poi, ad associare il percorso della crescita alla ciclicità della Luna. Il bambino come la luna cresce, diventa adulto e muore e allora ecco che si fa strada l’intuizione artistica. Per Aldo siamo perennemente fanciulli nella perpetuazione della specie, ma sopratutto, per alcuni di noi, nella visione fanciullesca anche in età adulta. E’ indubbiamente una percezione interiore dell’artista: solo l’arte afferra il Tempo, gli sopravvive, lo affianca rendendo attuale anche il più remoto contesto temporale.