A giro è il documento di una fantasia tenuta troppo a lungo in frigo, finalmente liberata, e che trova il suo compenso in una serie di itinerari mentali che chi viaggia unicamente per svago non avverte. Perché Giovanna nel suo giramondare non è sola ma si accompagna il più delle volte con famigliari e amici; la sua prosa divagatoria nell’espressione ha un plusvalore di senso e di conoscenza da non confondere coi viaggiatori di lusso dei nipotini alla Valery Larbaud. La sua è una curiosità disponibile e naturale ai segnali alle voci alle occasioni che le fanno cogliere lo spirito del mondo anche nelle più minute cose, una sobrietà coltivata tra tensioni e dubbi che rendono la sua prosa accattivante in un dialogare intimo tra il vissuto e la storia dei luoghi. Niente s’inventa in ciò che si porta in sé; sono pagine che si fanno in una vita si la vita che scorre porta alla luce i suoi percorsi sotterranei. Quanto alla spontaneità essa nasce dalla riflessione, non questa da quella.