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La pietra ollare nelle Alpi : coltivazione e utilizzo nelle zone di provenienza

Sesto Fiorentino: All'Insegna del Giglio, 2019
Curators: Fatoni, Roberto
ISBN: 9788878148819
Collana: ArcheoAlpMed, archeologia della Alpi e del Mediterraneo tardoantico e medievale; 1

52,00 

La pietra ollare nelle Alpi : coltivazione e utilizzo nelle zone di provenienza

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La pietra ollare nelle Alpi : coltivazione e utilizzo nelle zone di provenienza

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La Pietra ollare, vero tesoro localizzato su tutto il settore alpino europeo è il tema centrale di questo volume che raccoglie i risultati degli studi compiuti nei territori alpini e padani della penisola italiana (aree piemontesi, valdostane, lombarde, emiliane) e transalpini (Svizzera meridionale – vallese) in cui sono stati individuati manufatti e ambiti di estrazione di questo particolare tipo di roccia metamorfica con alta potenzialità termica – da sempre importante nella vita quotidiana delle popolazioni dei due versanti alpini – contraddistinto da quattro caratteristiche principali, ossia facile lavorabilità, riscaldamento rapido, mantenimento della temperatura costante e capacità di lenta restituzione del calore accumulato. La lavorazione iniziava in quota estraendo blocchi di pietra nei luoghi di affioramento. Il trasporto a quote inferiori era difficile e faticoso, per il peso e la mole del materiale, le distanze ed i dislivelli da superare. Questo tipo di pietra, lavorato al tornio per realizzare recipienti funzionali alla cottura e alla conservazione degli alimenti, era identificata nel mondo romano con il vocabolo ollae ed in ambito locale laveggi-lavezzi. Specialmente nei secoli postmedievali i blocchi che non si prestavano alla tornitura venivano modellati con strumenti da taglio e percussione (martello, scalpello, lima) per produrre una infinità di oggetti della vita quotidiana (macine, lavelli, vasi, davanzali, portali, fontane, camini, pigne o stufe…)

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