“Che cosa cerchiamo in un oggetto d’oro o d’argento, in qualcosa di così bello, di così prezioso, di così inimmaginabile da obbligarci a chiamarlo con una parola, ‘gioiello’ che purtroppo pronunziamo ormai con troppa disattenzione, con leggerezza talmente riprovevole da averla trasformata in qualcosa di banale o di lezioso? … Raspini ha rivisitato questo sapere con l’occhio dell’artista attento alla natura e alla storia da una parte, alla tecnica artigiana e alla ricerca scientifica da un’altra, al presente al futuro da un’altra ancora. Passate in rassegna i pezzi della sua Wunderkammer e non pensate soltanto agli Uffizi o al Louvre o al Musée de Plantes, ma richiamate alla mente anche i gioielli jugendstil e quelli di Tiffany, l’acme diamantiforme del grattacielo Chrysler e il neoipergotico della Sagrada Familia, la Sezession viennese e la Sečeze di Praga. Qui non si tratta nemmeno più – attenzione! – di gusti: di cose ‘che piacciono’ o che ‘non piacciono’. Vi arresterete, spaesati, sulla soglia dell’abisso, incerti se guardare in alto verso le stelle o spingere lo sguardo sino alle acque profonde che rombano in basso. Quando sentirete profondamente di non capire, eppure quell’infinito risplendere nel buio vi attirerà con la forza di una calamita, allora sarete sulla buona strada.”. Franco Cardini