“[…] Per poter accedere a questa dinamica creativa, credo che la strada sia di interpretare il ruolo di un artista come quello di un operaio che ineluttabilmente ogni mattina si reca al suo posto di lavoro, per me lo studio. Qui inizio a sistemare, a pulire, a toccare gli elementi presenti nel mio studio e in questo modo le mie sculture, i miei bipedi e tutti gli altri personaggi iniziano a entrare in relazione con me. In questo modo accedo alla fase creativa, attraverso il fare. A questo punto l’osservazione degli elementi e delle figure nello studio diventa essenziale: piccole cianfrusaglie che raccolgo, senza chiedermi chiaramente quale sarà il loro uti-lizzo, iniziano ad assumere un senso e si pongono in relazione alle figure che sto creando. Molti dei miei soggetti nascono da una sorta di casualità istintiva che mi guida e mi permette di creare senza quasi progettare l’idea, attraverso l’ascolto e il dialogo con ogni scultura.”