Tra il 1647 e il 1665 vengono preparate da diversi scienziati europei quattro edizioni e traduzioni del De rerum natura. Questa massiccia e repentina invasione di un campo, la filologia, apparen-temente estraneo alla tradizione naturalistica, era certamente l’effetto della lotta contro la filosofia della natura di Aristotele che, da diversi decenni,vedeva impegnati su tutti i fronti disciplinari i novatores della scienza europea. Tuttavia, l’entusiasta ed diffusa adesione all’atomismo non fu una semplice petizione di principio e l’attenta letture reinterpretazione di Lucrezio investì questioni scientifiche e sperimentali la cui portata era spesso molto circoscritta ma non per questo meno importante rispetto ai principi filosofici generaliche vi facevano da sostrato. Gli esperimenti torricelliani sul vuoto, le leggi cartesiane sul mo to e la teoria cinetica della materia sono solo al cuni dei temi che, a partire dalla prima metà del Seicento, guidarono gli scienziati a usare il poema di Lucrezio come un ricettacolo di idee da mettere al setaccio della sperimentazione.