Bisogna entrare nelle opere, sentirle e farle proprie, anche amarle; se non si riesce in questo non si riuscirà nemmeno a fare delle belle fotografie. (Claudio Abate) Il libro, cui Germano Celant lavorò prima della sua scomparsa, viene pubblicato postumo con l’aggiunta di un testo introduttivo di Carlos Basualdo. La monografia è la prima a ripercorrere la vita e la carriera del fotografo Claudio Abate (Roma, 1943–2017) in modo sistematico. Dopo il saggio introduttivo, che offre una lettura storica e critica del suo lavoro, il volume documenta la produzione di Abate dai suoi esordi – alla fine degli anni Cinquanta – a oggi attraverso una cronologia ricca di illustrazioni, materiali inediti, testi e citazioni del fotografo. La produzione di Abate spazia dalle fotografie di opere, artisti e mostre dell’Arte Povera, agli scatti sulla scena artistica ed espositiva italiana e internazionale, fino a fotografie su teatro, moda, costume, attualità per settimanali e periodici, finanche a sue vere e proprie opere d’arte fotografiche sperimentali. In una visione omnicomprensiva del mezzo fotografico, Abate lo mette alla prova adattandolo a molteplici ambiti, discipline, temi e soggetti differenti.